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venerdì 16 settembre 2016

Genitori troppo trasgre e compiti delle vacanze

Caro Genitore progressista,
io ho ventiequalcosa anni, non ho figli e non ho titoli accademici pedagogici. Quindi, a tutti gli effetti, sono l'ultima degli stronzi che può venirle a dire come crescere un figlio. Un po' perchè un figlio non lo voglio, anche se amici ed ex fidanzati insistono che sarei un'ottima madre (ed io insisto che sarei il tipo di madre che dimentica i figli nel carrello al supermercato, troppo intenta a perdermi nel reparto dolciumi), un po' perchè, egoisticamente parlando, non mi sento ancora pronta a rinunciare all'infinita libertà che ti regala una vita senza figli, un po' perchè non ho né una stabilità economica, né una stabilità sentimentale e tanto meno una stabilità mentale che possano permettermi il lusso di fare un bambino in questo momento della mia vita.
Fatta questa premessa, c'è una cosa che vorrei dirle.

Non sono una madre, ma sono una figlia. E se c'è un'assoluta certezza, nella mia vita, è che ho avuto due modelli eccezionali come genitori. Severi quando era ora, ma sempre affettuosi, comprensivi, pronti ad ascoltarmi, aiutarmi e consigliarmi senza mai forzare le mie scelte in questa o quella direzione.

Di cose me ne hanno insegnate tante, e tutt'ora continuano a farlo, anche quando sono convinta di non aver più bisogno di imparare niente perchè "ormai sono grande". E anche se non so ancora liberarmi dagli insetti molesti da sola o non sono sicurissima di riuscire a cambiare una ruota della macchina senza l'aiuto di mio padre, posso ritenermi più che soddisfatta dell'insegnamento più grande che mi abbiano mai dato: l'indipendenza.

Caro Genitore progressista, che si ritiene così trasgre da dover scrivere una lettera alla scuola di suo figlio, facendo orgogliosamente presente ai docenti che il suo pargolo non ha fatto i compiti delle vacanze, secondo me lei qui ha fallito.
Ha fallito come esempio di meritocrazia.
Ha fallito come ambasciatore della cultura.
Ha fallito nell'insegnamento del rispetto verso l'autorità.
Ha fallito come modello di adulto, con suo figlio.
Ma il fallimento più grande, secondo il mio modesto parere, è stato privarlo dell'indipendenza.

Mi spiego meglio.
Lei è proprio il prodotto di questa società in cui "le maestre hanno torto, a prescindere" perchè "io che sono genitore so cos'è meglio per mio figlio".
Probabilmente il mio pensiero deriva da una vita con dei genitori troppo severi. Sfido chiunque a non esserlo quando hai a che fare con una ragazzina curiosa, ribelle, critica, sempre pronta a sfidare l'autorità pur di sconfiggere le ingiustizie, che durante l'adolescenza sembrano insormontabili.
Però, a suon di litigate così funeste che probabilmente riunivano tutto il vicinato sotto la mia finestra con tanto di pop corn e bibita omaggio, sono piuttosto fiera di come sono venuta su. Sempre alta un metro e uno sputo, ma in grado si sviluppare un pensiero critico, con cognizione e nel rispetto dell'educazione.
Con questo suo gesto, oltre ad aver reso suo figlio probabile vittima dei bulletti della classe che, frustrati dal fatto che i loro genitori li avranno obbligati a fare tutti i compiti, se la prenderanno con quello "paraculato dal papà", lo lascerà anche, in un futuro secondo me prossimo, privato di quel senso di soddisfazione che ti riempie i polmoni quando sai di aver fatto qualcosa che era giusto fare.

Ed è bellissimo che lei abbia "tre mesi per insegnargli a vivere".
Pensi che stupidi i miei genitori che cercano di insegnarmelo da più di vent'anni. E pensi, sono ancora più stupidi perchè mentre mi insegnavano a fare il campeggio, ogni estate, mi insegnavano anche il peso delle rinunce.
Perchè finchè non finisci i compiti, non vai in spiaggia; finchè non mi ripeti la lezione per bene, non vai a guardare i cartoni; finchè non mi dimostri che prendi la scuola sul serio, non ti facciamo andare a danza/canto/calcio.
Non ho mai conosciuto dei bambini che si mettessero a fare volontariamente i compiti, ed è proprio qui che il senso di responsabilità deve far capolino per le prime volte nella loro vita.
Questo è importante insegnare.
Perchè quando sarà adulto, non ritenga che tutto gli sia dovuto, o che possa ottenere bei voti senza aver prima perso un'ora al giorno, durante i suoi tre mesi di vacanze, da dedicare alla cultura, alle tabelline, agli esercizi di inglese o matematica.

Sia chiaro, signor Genitore, come le ripeto io non sono uno dei docenti, psicologi, avvocati(?), notai, gelatai, maestri di yoga, Presidenti della Repubblica, prelati, venditori ortofrutticoli del mercato o rispettabilissimi autoferrotranvieri, dai quali lei si è prontamente consultato prima di prendere la decisione così saggia triste di scrivere questa letterina autocelebrativa, quindi mi scuso se mi sono presa la libertà di dirle come fare il suo mestiere.
Mi avvilisce molto, poi, vedere quante persone condividono questo pensiero, soprattutto pensando a quanti di questi un giorno cresceranno dei cittadini adulti, responsabili e pronti ad inserirsi nel mondo del lavoro o prendere decisioni politiche per il proprio paese.
Ma tant'è.

Mi si scusi lo sfogo moralista, caro Genitore.
È solo che quando vedo queste cose, il mio animo da adolescente ribelle che lotta contro le ingiustizie torna alla ribalta, perchè quello spirito critico maturato in anni e anni di discussioni con mio padre, è e rimarrà la miglior eredità che possa lasciarmi.

Spero che suo figlio raggiunga gli obiettivi che si prefissa, senza che lei lo intralci con queste buffonate in futuro. In alternativa posso lasciarle il numero del Telefono Azzurro.

Buona vita.

Valentina

P.S. mi tolga una curiosità: ma che lei è grillino?

[ Per tutti quelli che non sanno a cosa sia riferita questa lettera, possono leggere --> QUI ]


lunedì 29 agosto 2016

Santa Maria de Filippi, protettrice di sfigate, ultime delle romantiche e disadattati.

Chi mi conosce sa che io do un gran peso all'informazione e alla cultura.
Chi mi conosce poco, mi ritiene una persona seria.
Chi mi conosce bene, sa che sotto i libri, i titoli di studio, le riviste di settore e gli articoli impegnati, si nasconde una disadattata amante del trash italiano, che non a caso venera pagine facebook come QUESTA

Oggi, poi, mi sento particolarmente incline al trash.
Un po' perchè sono in vacanza e tra circa 24ore sarò sotto un ombrellone ricoperta di crema solare protezione 50+ bimbi come una cotoletta alla milanese, e non ho intenzione di accendere il mio cervello per almeno due giorni.
Un po' perchè con questo caldo sto sudando anche i neuroni.
Un po' perchè con tutto l'alcol accumulato negli ultimi 26 anni di vita, il mio cervello ha ormai subito danni irreparabili.

Oggi voglio portare una sana dose di ignoranza su questo blog, che ormai era abbandonato a se stesso da troppo tempo e i fan chiedevano a gran voce un nuovo post.

Ho scritto davvero poco nell'ultimo periodo, tra lavoro, università, mancanza di tempo, voglia, ispirazione, hanno reso questo blog un posto più triste di una puntata di C'è posta per te, o un film qualsiasi dove un cane qualsiasi muore.

È ora di riportare un po' di giuoia e disagio nel mondo.
Quale modo migliore se non affidandoci a LEI.

La regina indiscussa della tv italiana.
La bionda dai tacchi stratosferici.
L'ideatrice dei migliori/peggiori programmi degli ultimi 15 anni a questa parte.
La futura vincitrice del premio Nobel per la pace, che ha sventato più litigi in diretta tv di quante guerre abbia mai sventato l'ONU.
Colei che ci fa passare i sabati sera a piangere davanti alle buste chiuse.
Colei che ha ideato un talent dove vince sempre chi di talent non ne ha un cazzo.
Colei che, seduta su quegli scalini, ci fa sentire persone culturalmente elevate, nei lunghi pomeriggi in cui ci propina decerebrati su troni e seggioline che fanno esterne inutili e litigano col pubblico.
Colei che ci ha mostrato che un uomo fidanzato su un isola con 12 single, ha bisogno solo di un'ora per tradire la sua fidanzata.

LEI.

LA MARIA NAZIONALE.


A lei va il mio pensiero di oggi.
Visto l'elevato numero di sfighe che mi ha convinto a credere che le Leggi di Murphy siano basate sulla mia esistenza, oggi voglio dedicarle una preghierina.

Perchè noi non abbiamo bisogno di andare in vacanza a Medjugorje, ci basterà una visita a Cinecittà, e una preghiera indirizzata alla più potente delle divinità.

Sfigati d'Italia, unitevi a me in questa preghiera verso l'altissima:

Ave Maria,
piena di mentine, i tuoi fan son con te.
Tu sei benedetta su Mediaset e benedetto è il frutto dei tuoi programmi TV.
Santa Maria, moglie di Maurizio, prega per noi povere sfigate.
Adesso e finchè non ricomincia C'è Posta Per Te.
AMEN.

(Ho come la sensazione che tutti i miei parenti Cattolici mi toglieranno il saluto dopo questo post, e manderanno una crociata o un esorcista per salvami, sappiate che ho voluto bene ad ognuno di voi, fedeli lettori)



domenica 28 febbraio 2016

Perchè, secondo me, Leo non dovrebbe vincere l’Oscar





Sento già i cori di critiche appena letto il titolo, paragonabili solo ai cori della Maratona quando insulta Ventura.

Peggio.

Cori così incazzati che manco ad un concerto metal tutto cantato in growl.

No dico, come ti permetti di dire che Leo non dovrebbe vincere l’Oscar quest’anno?

PREMESSA


Tutto quello che seguirà è un mio pensiero personale.
Il pensiero personale di una povera profana. No, non ho mai studiato recitazione/teatro/qualsivoglia arte figurativa. No, non ho nemmeno mai studiato storia del cinema/ingegneria del cinema/qualsivoglia disciplina accademica collegata al cinema.
Sono una poraccia a cui piace il cinema, di qualsiasi tipo. Amo i film horror fino a saper recitare i miei preferiti a memoria. Piango come una bambinetta sui film d’amore. Mi metto anche a guardare i film impegnati che durano quattro ore e hanno si e no cinque minuti di dialoghi.
Mi sono formata un’idea di cosa è “bello” e cosa è “brutto”, per me. E no, non pretendo che il mondo intero la condivida.
Così, quando dico che Tom Hanks è il mio attore preferito, non mi aspetto che tutti possano apprezzarlo. Stesso discorso quando parlo di Tarantino o di Kubrick. 


O, per esempio, faccio parte di quella categoria di persone che ha visto “La Grande Bellezza” e si è trovata in gran disaccordo con l’assegnazione dell’Oscar, pur avendolo visto una volta e mezza. Una volta per formarmi un’opinione. La seconda volta per ricredermi, e mi sono fermata a metà confermando la mia idea iniziale. E continuo ad essere in quella categoria di persone che non riesce ad esultare per la vittoria di un film che non mi è piaciuto anche se “eh ma sai è italiano, dovresti avere un minimo di orgoglio per il tuo paese”, proprio perché l’ho trovato forzato nella sua gretta e spocchiosa presunta rappresentazione dell’Italia nel suo complesso. Poi, scusatemi, ma un film con la Ferilli che vince l’Oscar è un colpo al cuore, ma nemmeno se avesse impersonificato la madonna di Medjogorje con Paolo Brosio in regia.  


Perché parto dal presupposto che le emozioni che suscita una pellicola, o ancora di più un’interpretazione teatrale, non possono che essere soggettive, e io non posseggo tutta una serie di strumenti  nel mio piccolo zainetto culturale, per poter giudicare gli aspetti puramente tecnici.


Prendete tutto quello che leggerete e analizzarlo con un filtro bellissimo, che non si trova nemmeno su Instagram, e si chiama “secondo me”.
E concludo la mia premessa con una vera perla:



FINE PREMESSA.


Torniamo a Leo.
Cucciolo, bellissimo, tenerissimo Leo. Divenuto l’idolo delle masse semplicemente per il fatto che non ha mai vinto un Oscar.

Ecco, voglio partire da qui.

Avete presente Ennio Morricone?

Probabilmente in questi mesi, anche chi non lo conosceva per la sua immensa carriera, l’ha conosciuto per la polemica coi Subsonica (anche lì, lasciate stare i miei bambini torinesi, grazie.)

Ennio Morricone ha composto alcune delle colonne sonore più meravigliosamente sublimi della storia.
Di quelle così famose che anche le mie pantofole potrebbero iniziare a fischiettarle, solo che il più delle volte non vengono associate a lui.

Io voglio solo citarne alcune:

C’era una volta il West.



C’era una volta in America. 
Che personalmente è la mia preferita e mi fa venire gli occhi lucidi ogni volta che la ascolto.


Il buono, il brutto e il cattivo. 
Che probabilmente è la più famosa:


I giorni del cielo. 
Con cui si è guadagnato la prima nomination agli Oscar nel 1979.



Gli intoccabili. 
Altra nomination agli Oscar



Poi tutte le altre le trovate QUI, volendo 

E la cosa divertente è che io conosco queste musiche, pur avendo visto pochissimi film dai quali esse sono state tratte. Perché, parliamoci chiaro, solo Tarantino è riuscito a farmi apprezzare i film western.

Nella sua infinita e meravigliosa carriera, Ennio ha ricevuto cinque nomination agli Oscar dal 1979 al 2001.

Quanti ne ha poi vinti?

ZERO.

È stato premiato con un Oscar alla Carriera nel 2007.

Questo fa di Ennio un incapace? Una persona senza alcun talento? Un inetto per il semplice fatto che non gli sia mai stato riconosciuto dai giudici dell’Academy il giusto peso delle sue opere? Le sue colonne sonore fanno forse schifo e/o hanno meno valore artistico solo perché non hanno ricevuto un Oscar?

No.

Mio nonno, che ha studiato musica prima ancora di iniziare a leggere e a scrivere, probabilmente, e che è arrivato all’età di 80 anni con una lucidità pazzesca che gli permettevano di leggere, ascoltare e suonare la sua amata musica, mi ha sempre raccontato quanta stima provasse nei confronti di questo eccelso compositore.
Quindi non credo proprio che il fatto di non essere un compositore multipremiato, faccia di Ennio Morricone un mezzo-artista.


Adesso torniamo a Leo. Sta volta per davvero.

Avevo circa sette anni quanto vidi quel viso d’angelo per la prima volta, vestito come una barbone, sulla terza classe della nave inaffondabile per eccellenza.
Mi ritrovai poi a piangere come una disperata a fine film, credendo che quel bel biondino fosse morto davvero congelato come un bastoncino Findus. (no, seriamente, perché quando ero piccola nessuno mi ha spiegato meglio la differenza tra la finzione dei film e la realtà? Io avevo il cuore a pezzi!)

Da lì in poi c’è stata un’escalation di amore. Come tutte le ragazzine vissute negli anni ’90 avevo la maglietta con le frange e il faccione di Leo, staccavo dai giornalini i suoi poster e speravo di sposarlo e avere tanti bambini bellissimi biondi con gli occhi azzurri. Occhei. Questo lo spero ancora adesso. Diciamo che dopo aver visto alla veloce le sue ex fiamme, ci spero un po’ meno di vent’anni fa.

Una filmografia che fa spavento.
Anche io, dal basso della mia conoscenza cinematografica (che comunque non ritengo immensa, ma vasta abbastanza da permettermi di mantenere conversazioni interessanti con molte persone), posso tranquillamente ammettere di non averli visti tutti.

Ma nemmeno quelli per cui ha ricevuto la nomination agli oscar eh, parliamoci chiaro.
Vorrei sapere quanti di voi li hanno visti, anche perché sono solo cinque.

Già in questo io avrei molto da ridire.
Due delle sue migliori interpretazioni, togliendo Titanic che vabbèammammaquantoamore, rimarranno sempre “Inception” e ancor più “Shutter Island”, che non hanno ricevuto nomination.

ECCO.

Per questi avrebbe meritato non solo di vincere l’Oscar, ma anche di ricevere una laurea in “Tutto quello che vuoi”, di diventare presidente del mondo e di venire a pranzo da mia nonna, che è un onore più grande di tutti quelli citati prima messi insieme.

Certo.
Con "Django" ho iniziato ad apprezzare il genere western, ma questo è gran parte merito di Tarantino che potrebbe anche fare pubblicità del dentifricio, e resterebbe sempre un genio.

D'accordo.
Con "The Wolf of Wall Street" ha dato prova di essere un attore versatile, folle... oserei dire addirittura eccessivo. Tanto che in certi momenti mi veniva quasi da chiedermi se non fosse anche troppo. E lì, quella statuina ci sarebbe stata tutta.

Ancora.
J. Edgar, The Departed, Revolutionary Road, Il Grande Gatsby, Prova a Prendermi... potrei anche citarli tutti. In ognuno di questi film ha dato prova della sua bravura.

E poi.
E poi arriva "The Revenant".
Oh, vediamo di capirci.
Lungi da me dire che questa sua interpretazione sia allo stesso livello di Kristen Stewart in "Twilight" o quelle di entrambi gli attori di "50 sfumature di grigio".

Però.
Però non è la migliore. L'ho detto, là.

Se Leo deve vincere l'Oscar, com'è giusto che sia e com'è universalmente riconosciuto, troverei un insulto "concederglielo" per quella che non è la sua migliore interpretazione, per il semplice fatto che il webbe lo acclama a gran voce e perchè ha già ottenuto diverse nomination senza vincere.

Non è così che funziona, o meglio non è così che dovrebbe funzionare.

Io credo nel merito, in tutte le sfaccettature della vita.

Sarebbe come dare 10 in matematica ad un bambino, solo perchè ha scritto che 4+4=7.9 invece di 8.
C'è andato vicino, ma non è il risultato esatto, quindi non merita quel 10.

Sarà perchè io, nei film, ho sempre apprezzato i grandi dialoghi, e in questo non ce ne sono quasi.
O magari semplicemente perchè è il film nel suo insieme a non avermi entusiasmato.
Ma per me è un no.

Non posso esprimermi sulle altre candidature.
Ho visto "The Danish Girl" e devo ammettere che l'interpretazione di Eddie Redmayne è toccante al punto giusto, senza cadere nello stucchevole, poi io ho un debole per lui da quando lo sentì cantare in "Les Miserables".
Ho anche iniziato a vedere "The Martian", e voglio solo dire che Matt Damon potrebbe meritarsi l'Oscar già solo perchè si fa un intervento chirurgico da solo che nemmeno a Grey's Antomy.
Mi mancano ancora alcuni film per poter esprimere un giudizio a 360 gradi.

Su una cosa sono sicura.

Dare l'Oscar a Leo per QUESTA interpretazione, sarebbe una beffa. 
Un premio di consolazione.
"Ehi, Leona', tiè vah, ci hai provato tanto che magari possiamo anche dartelo. Anche perchè ti sei messo a squarta' un cavallo per dormirce dentro, non te se po' di' niente contro"

Piuttosto revocatene qualcuno del passato, fate un 35 sul campo come insegna la Juventus, via.

Il mio personale parere andrà sicuramente contro quello che pensano in molti, ma io credo che sia giusto dare a Cesare quel che è di Cesare.
A Oscar quel che è di Oscar.
E a me una nuova maglietta con sopra stampata la facciona di Leo, proprio come quella che avevo quando credevo che tutto fosse possibile, anche sposare un attore bellissimo, multimiliardario, che vive dall'altra parte del mondo e sposa modelle bionde fichissime.

E che continuerà a meritare tutta la mia stima e i soldi spesi al cinema, anche se non dovesse vincere mai.




sabato 13 febbraio 2016

Auguri di San Valentino, firmato: una single psicopatica.

"Valentina, ma che bel nome che hai"

Per più di metà della mia vita, ho odiato il mio nome. Ci sono sempre state due Valentine per tutti gli anni delle elementari. Due Valentine alle scuole medie. Dalle due alle tre Valentine alle superiori.
Non avevo MAI la soddisfazione di essere l'unica.
Per esempio, quante Valentina avete tra gli amici di Facebook?
Io su 890 amici (e ci tengo a ribadire che li conosco tutti perchè non accetto mai richieste dagli sconosciuti - sè, vabbé come se avessi la fila di uomini sconosciuti che mi aggiunge OCCHEI), 16 si chiamano Valentina .
Certo confronto ai Luca che sono 21, agli Andrea e i Marco che sono in parità 25 ciascuno, diciamo che gli italiani hanno una gran fantasia in materia di nomi.

Con gli anni, ho scoperto che c'è qualcosa di assolutamente fantastico nel chiamarsi Valentina:
che tu sia single o accoppiato, ti becchi sempre i regali a San Valentino.

Il che, se ci pensate bene, è anche meglio che fare il compleanno nel giorno di Natale, perchè spesso ti arriva un regalo solo.

Ma io provengo, con orgoglio, da una famiglia mezza terrona e si sa che al sud, certe tradizioni contano molto, quindi al mio onomastico mi sono sempre beccata regali, cioccolatini e le bignole.

Quest'anno, il secondo anno da single dopo tanti troppi San Valentino passati accoppiata, sarà bene o male la stessa storia, anche se prego che nessuno mi regali i Baci Perugina con le frasi di Fedez

(quanto piuttosto un sosia di Fedez sarebbe regalo gradito)

Visto e considerato che sono 26 anni un po' più di 16 anni (PERCHÈ QUESTA È LA MIA VERA ETA', CHIARO?) che ricevo gli auguri per la festa degli innamorati, oggi mi sento nel mood di essere quella che fa gli auguri.

Quindi...
Se a San Valentino bisogna parlare d'amore.
Se bisogna fare gli auguri al proprio innamorato.
Se intorno a noi è tutto un sole-cuore-amore.

Io voglio fare gli auguri di San Valentino a:

Il tizio di cui mi sono innamorata per ben quattro fermate di metro. Probabilmente lui non lo sa, ma abbiamo avuto una breve seppur intensa storia d'amore, e io non ti dimenticherò mai.

I fidanzati del lunedì, e qui non aggiungo commenti.

Gli uomini a cui ho donato il cuore, e che l'hanno usato per pulircisi il culo.

I miei ex, perchè nel bene e nel male con l'amore siamo cresciuti a vicenda.

A Foggia, che mi ha ricordato quanto facciano schifo i primi appuntamenti. Perchè se è da lì che capisci se una storia d'amore può iniziare o no, mi avvalgo della facoltà di non capirci mai un cazzo.

Il mio papà e a mio fratello. Gli uomini migliori che io conosca, che avranno sempre molto più di metà del mio cuore. Quindi, cari uomini, per avere l'altra metà sappiate che la concorrenza è dura ed è richiesto un certo livello di qualità.

Il mio cane, che è molto più uomo di molti che ho incontrato nella mia vita. Ed è anche l'unico che può rompermi le palle al mattino, leccandomi la faccia con tanto amore.

Leonardo Di Caprio. Il mio primo e unico amore, da quando ho circa sette anni.


I miei migliori amici maschi, che amo alla follia e che per me sono praticamente asessuati. E che ogni volta non perdono occasione per dimostrarmi quando siano terribili gli uomini. Quindi grazie per essere i miei maestri e i peggiori esempi di uomini al mondo.

Lo studente di giurisprudenza bellissimo che studiava davanti a me in biblioteca qualche settimana fa, col quale sarebbe potuta nascere una bellissima storia d'amore e tanti bellissimi figli intelligentissimi. Non fosse che, quando vado a studiare al Campus, notoriamente sono in tuta, con la cipolla in testa, struccata e con lo sguardo da "non mi parlare, quando studio per me non esisti".

Mio marito, perchè se c'è una cosa che mi ha insegnato Will e Grace - anche se noi siamo più Jack e Karen -  è che il fatto che entrambi amiamo gli uomini, non è una discriminante per il nostro amore!
("Ecco perchè sei single, se anche ai tuoi genitori dici che tuo marito è gay, è normale che poi non trovi un fidanzato vero" cit. mio padre, che crede sempre tantissimo in me!)


La mia migliore amica in crisi, che dovrà sopportare me in crisi. Due donne single ed in crisi, che si sostengono l'un l'altra, si vogliono un bene incredibile e probabilmente moriranno zitelle, proprio perchè non sono lesbiche (come mezza Londra pensa, a quanto pare). E se non è una forma di amore e sopportazione questa, mi sa che di amore non ho capito niente.

Ed in ultimo.

Buon San Valentino a due amanti, verso i quali non smetterò mai di provare riconoscenza, che per me ci sono sempre stati; che mi hanno letteralmente salvato più volte dal baratro della solitudine e della depressione; che hanno colmato le mie serate più buie con quel caldo e profondo amore che solo chi ti conosce da anni è in grado di dimostrarti. Coi quali ho una relazione travagliata e talvolta fatta di eccessi. Ma dai quali alla fine torno sempre.
A voi va tutto il mio amore. in questa giornata ad esso dedicata.
Grazie, Vino e Cioccolato.


E mentre ricordo a me stessa che, probabilmente, morirò sola circondata da una colonia di gatti,

continuo a sperare che là fuori da qualche parte esista qualcuno in grado di sciogliere il mio acido cuore di pietra con uno di questi fantastici bigliettini!


Nel frattempo auguro a tutti gli altri di passare questa inutile festività con qualcuno a cui vogliono bene. Chi l'ha detto che dev'essere per forza il fidanzato (vero o immaginario, che sia)?
Io lo passerò a lavoro circondata da gente che odio, ma pur sempre consapevole di essere circondata da persone che mi vogliono bene, siano a Londra o a Torino.



domenica 31 gennaio 2016

Cari uomini, mi sono rotta le palle.

Mi sono rotta le palle.


Degli incontri casuali in discoteca, mi sono rotta le palle.

Di quelli con cui sembra di intavolare una piacevole conversazione, e poi ti chiedono se ci stai per una cosa senza impegno, mi sono rotta le palle.

Di quelli che dopo averti offerto da bere, nemmeno si ricordano il tuo nome, mi sono rotta le palle.

Di quelli “sì, sono fidanzato, ma la mia ragazza non è qui”, mi sono rotta le palle.

Dei primi appuntamenti che finiscono con “Bella serata, ci sentiamo nei prossimi giorni” e poi devi mandare Chi l’ha visto a cercarli, mi sono rotta le palle.

Del sesso occasionale, mi sono rotta le palle.

Di quelli che “mi farebbe davvero piacere prendere una birra insieme” e poi continuano a procrastinare, millantando più impegni di Obama, mi sono rotta le palle.

Di quelli che mi dicono “sei davvero una persona stupenda, però…”, mi sono rotta le palle.

Di quelli che hanno la fobia per gli impegni, mi sono rotta le palle.

Di quelli “ma cosa me ne frega se non puoi farci un discorso, hai visto che tette(culo)?”, mi sono rotta le palle.

Di quelli che ti scrivono solo quando gli serve un favore, mi sono rotta le palle.

Di questi uomini, mi sono rotta le palle.

Non pensavo che questo momento sarebbe arrivato molto presto.  Dopo due storie lunghe, volevo proprio godermi la mia libertà. E l’ho fatto.

Oh, se l’ho fatto.

Ho fatto una serie di cose stupide, di cui ovviamente non mi pento per niente. Però adesso mi sono rotta le palle.


Pensavo inizialmente che il problema fosse Londra. Sembra incredibile la quantità di rifiuti umani (italiani e inglesi) che riesci a incontrare in una città che dovrebbe offrirti infinite possibilità. E invece, anche a Torino, c’è una quantità tale di escrementi umani, con la profondità sentimentale di una scarpa bucata, da farti completamente perdere le speranze nell'umanità.

Poi vedo le coppiette di 18-20 anni. Dove lui, alla festa dei 18 anni di lei, la definisce la ragazza più bella sulla faccia della terra, descrivendomi con precisione vestito, trucco e parrucco, perché (testuali parole) “era bella da togliere il fiato”. Lui è mio fratello, e ogni volta che mi parla della sua ragazza gli brillano gli occhi, e non ho bisogno di vederlo, perché quando mi manda i vocali su whatsapp riesco a sentirlo nella sua voce.
Ci sono poche coppie che mi danno fiducia nell'umanità, loro sono una di quelle. E no, non sto dicendo che ora inizierò a cercarmi un fidanzato tra quelli che hanno l’età di Justin Bieber (ANCHESE). 

Vorrei piuttosto capire dove si rompe l’anello dell’evoluzione maschile che collega questo tipo di ventenne innamorato al venticinque-trentenne allergico alle relazioni. Davvero, cosa succede nelle vostre teste? È colpa della pubertà? È colpa della barba che cresce? SPIEGATEMELO.

Spiegatemi cosa c’è nel vostro cervello quando andate a cercare una serie di altre ragazze, mentre siete già fidanzati.

Spiegatemi cosa c’è nella vostro cervello quando chiamate una ragazza “cagna” solo per essersi comportata nello stesso modo in cui vi comportate voi nei suoi confronti.

Spiegatemi perché trovate tanto difficile, alla fine di un appuntamento, dire a lei “guarda, non è cosa”, invece di lasciarla sobbalzare ogni volta che il telefono squilla (ed è sempre sua madre) in attesa di una vostra telefonata.

Spiegatemi perché quando incontrate una ragazza seria, con le idee chiare, pensate sempre che voglia subito incastrarvi con matrimonio e figli e iniziate a scappare ancora prima di provarci.

Spiegatemi perché se trovate una ragazza socievole, alla quale piace scambiare due parole, dobbiate dare per assoluto il fatto che ve la darà.

Spiegatemi a cosa cazzo pensate quando ritenete tutte le donne cagne, dimenticandovi di avere una madre, una sorella, una ragazza o delle amiche femmine.

Spiegatemi che problemi avete con la figura femminile, che torti vi ha fatto vostra madre da piccoli per considerare una donna solo come oggetto sessuale, fregandovene del fatto che anch’essa possa avere dei sentimenti, dei pensieri o delle idee.


Spiegatemelo.


Perché io odio generalizzare, quindi sicuramente sono io ad essermi persa qualche mattoncino dei Lego che vanno a formare la mente malata di alcuni di voi.
Perché noi saremmo anche psicopatiche (e su questo non ci sono dubbi), ma provate a chiedervi il perché.

Intanto a noi tocca andare agli Speed Dating per conoscere uomini interessanti.
E permettetemi di usare il plurale.


Ci siamo rotte le palle.